Piovre e parole

“Se trovo chi va in giro a fare nove serie sulla ‘Piovra’ e a scriverelibri” che trattano della mafia, “e a farci fare una così bella figura,giuro che lo strozzo”. La dichiarazione di Silvio Berlusconi arriva nel pieno di uno dei dibattiti di Politicamente scorretto, sabato pomeriggio a Casalecchio. Una simpatica minaccia che accomuna la maggior parte delle persone che stanno partecipando alla rassegna. Coloro cioè che usano lo strumento della parola per tentare di tenere desta memoria, attenzione civile, che provano a indagare, a fare luce o semplicemente a trasmettere brandelli di verità, magari sotto il velo della fiction.

Lo ha fatto notare Carlo Lucarelli dal palco. Quel giudizio nasconde il fastidio per chi invece di edulcorare la realtà la racconta, prova a farsi delle domande, magari prova a fare anche luce. Insomma, per chi ancora considera letteratura, cinema, giornalismo non solo evasione, ma impegno.
Dentro i potenziali strozzati da parte del premier, quindi, c’eravamo un po’ tutti, lì a Casalecchio (mi inserisco anch’io, un po’ indegnamente, in verità…). Perché Politicamente scorretto, è proprio centrato sul rapporto tra scrittura e impegno civile, tra fiction e indagine politica.

Sono contento e onorato di aver partecipato a una rassegna basata sulla circolazione delle idee, sugli incontri, le testimonianza, sulla parola e la sua forza. È stato bello incontrare persone che conoscevo solo per le cose che avevano scritto e detto, scambiarsi faccia a faccia idee e impressioni. È stato bello per esempio chiacchierare con Bruno Morchio, che con il suo Bacci Pagano è un po’ un capostipite del “noir genovese”, scherzare con lui sul fatto che del tutto casualmente (qualcuno penserà che ho copiato, pazienza…) ci troviamo contemporaneamente in libreria con due romanzi di ambientazione storica molto simile, io con il Corsaro e lui con Rossoantico (e poi dicono che la Resistenza è passata di moda…). È stato interessante ascoltare le esperienze di poliziotti che hanno deciso di diventare scrittori (mi ha colpito molto, per esempio, il modo di raccontare di Piergiorgio Di Cara, commissario di polizia e narratore), il loro modo di mettere in tensione costante realtà e finzione. O riassaporare l’intelligenza e la lucidità di Leonardo Sciascia (uno di quelli che ci ha fatto fare figuracce nel mondo scrivendo di mafia, secondo il nostro premier…) in uno spettacolo reading davvero riuscito. Insomma, sono rimasto a Casalecchio poco meno di dieci ore, ma avrei da scrivere per paginate. Ma vi risparmio.

Se proprio siete curiosi, potete vedere qui l’incontro a cui ho partecipato, quello che ha messo a confronto voci di Bologna e voci di Genova.

Sono solo parole, per carità. Ma è meglio non strozzarle mai.


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